Tullio Crali

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Paracadutisti

matita, carboncino e acquerello su cartoncino
22,3 x 17,4 cm
1939

 

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Tullio Crali (Igalo, 6 dicembre 1910-Milano, 5 agosto  2000) è stato un pittore italiano collegato al futurismo. Autodidatta, aderisce al futurismo in ritardo, non prima del 1929. È noto per le sue opere di tipo realistico, che combinano «velocità, meccanizzazione aerea e meccanica della guerra aerea», sebbene nella sua lunga carriera abbia espresso anche altri stili.

Di famiglia zaratina, nasce in un piccolo paese delle Bocche di Cattaro nell'attuale Montenegro. Vive a Zara fino al 1922 quando con la famiglia si trasferisce a Gorizia. Scopre il futurismo a quindici anni, mentre è studente all'istituto tecnico della città, è influenzato nei suoi lavori da Balla e Prampolini.

Nel 1928 vola per la prima volta, e l'anno successivo - quello in cui nasce l'aeropittura futurista - si mette in contatto con Filippo Tommaso Marinetti ed entra ufficialmente nel movimento futurista.

Dopo le sue prime mostre in Italia, Marinetti lo invita ad esporre a Parigi, nella prima mostra di aeropittori italiani: era il 1932. Diventa poi amico personale di Marinetti.

Dopo la seconda guerra mondiale rimane fedele alla poetica futurista. Dapprima esercita a Torino, si trasferisce poi a Parigi, poi ancora al Cairo. Dal 1958 al 1961, insegna Disegno e Storia dell'Arte al Liceo Scientifico "Vittorio Veneto" di Milano, negli ultimi 3 anni.

Dal 1966 fino alla morte vive a Milano. Lì comincia a raccogliere e catalogare le carte e i documenti che lo riguardano; nel 1999 dona questo suo fondo all'Archivio del Novecento del Mart di Rovereto con 41 opere, cui fanno seguito altre 48.

Tullio Crali, per sua espressa volontà, è sepolto nel cimitero di Macerata, città conosciuta nel 1943 quando era al fronte e che continua a frequentare e dove riposa insieme al figlio Massimo (deceduto il 3 febbraio 2008) e sua moglie Adolfina Savelli; città dove risiedono le tre nipoti Marzia, Vibia e Lavinia.

Nel 1928 Crali vola per la prima volta. Il suo entusiasmo per il volo e la sua esperienza di pilota influenza la sua produzione artistica. Nel 1929 prende contatto con Marinetti, il fondatore del futurismo, e si unisce al movimento. Nello stesso anno viene inaugurata l'aeropittura attraverso il Manifesto dell'Aeropittura, redatto da Marinetti, Balla, Depero, Prampolini, Dottori, Cappa, Colombo (Fillia), Sansoni e Somenzi, pubblicato nell'articolo Prospettive di volo. Nel manifesto viene riportato che «Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà nuova e che nulla ha di comune con la realtà costituita dalle prospettive terrestri»; e che «Dipingere dall'alto questa nuova realtà impone un disprezzo profondo per il dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto».

Nonostante la giovane età, Crali gioca un ruolo significativo nell'aeropittura. I suoi primi aerodipinti (1929) rappresentano aerei militari. Negli anni Trenta i suoi dipinti divengono realistici, avendo l'intento di comunicare allo spettatore l'esperienza del volo. Il suo lavoro più noto, Incuneandosi nell'abitato (1939), mostra un tuffo aereo dal punto di vista del pilota, con gli edifici sottostanti rappresentati in una prospettiva vertiginosa.

Crali espone le sue opere a Trieste e a Padova. Nel 1932 Marinetti lo invita a Parigi per La prima mostra di aeropittura. Partecipa poi alla Quadriennale di Roma nel 1935, 1939 e 1943, e alla Biennale di Venezia nel 1940. In quel periodo Crali è alla ricerca di segni e paesaggi, che lo portano nel 1933 a partecipare alla rassegna cinematografica romana  Futuristi Scenotecnica. Nel 1936 alle Olimpiadi di Berlino, espone alla Mostra internazionale d'arte sportiva.

Le abilità declamatorie di Crali e la sua amicizia con Marinetti gli consentono di organizzare serate futuriste a Gorizia, Udine e Trieste, dove legge il manifesto Illusionismo plastico di guerra e perfezionamento della terra, firmato insieme a Marinetti. Pubblica inoltre il Manifesto delle parole musicali - Alfabeto in libertà.



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