Carl Moser
Donna bretone con pesci
xilografia su carta acquarellata n. 33
37 x 33 cm
1928
Mulino a Parona
xilografia acquerellata
25,5 x 52,2 cm
1925
Esemplare n. 16
Carl Moser nasce il 27 gennaio 1873 a Bolzano.
Suo padre, di professione conciatore, è pittore per passione. Alla sua morte lascia una ricca serie di opere artistiche. Anche suo fratello Josef è attivo a livello artistico.
A 14 anni Moser inizia a Rovereto un istituto tecnico. Dopo un anno di servizio militare Moser inizia a lavorare nel negozio di famiglia. Non smette mai di essere attivo a livello artistico.
Franz von Defregger si accorge del talento di Carl Moser e lo convince a intraprendere studi artistici. Moser si decide allora per l'Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera. Terminati i suoi studi viaggia in Germania, Italia, Corsica e Francia. A Parigi frequenta l'Accademia Julian.
Nell'estate del 1902 conosce il pittore viennese Max Kurzweil, che gli propone di dedicarsi alla xilografia a colori.
Nel corso del 1907 Carl Moser è obbligato a lasciare Parigi e a fare ritorno a Bolzano. Non ha più mezzi per provvedere al proprio sostentamento. Il ritorno a Bolzano è per lui un duro colpo. Trova alloggio nella soffitta di suo zio. Nello stesso anno del suo ritorno in patria, Moser si dedica ad alcune xilografie ispirandosi al paesaggio altoatesino. Non sono molti i soggetti dell'area locale ad offrirgli spunti creativi.
Ancora oggi sono rinomate alcune sue opere altoatesine: la prima versione dell'Alpe di Siusi con lo Sciliar, il Catinaccio e il vero capolavoro tra le xilografie di Moser, Castel Roncolo. Carl Moser muore dopo una lunga malattia il 23 luglio nell'ospedale di Bolzano, a 67 anni.
L'opera pittorica di Carl Moser trova fino ad oggi poco riscontro. Solo raramente l'artista presenta altro oltre alle sue xilografie durante le sue mostre. Le sue creazioni hanno apportato un contributo fondamentale alla storia della xilografia a colori.
Limitato anche il numero dei soggetti utilizzati, che accomunano quasi tutte le sue xilografie. Ama riempire completamente il campo d'immagine con un volto o con una o più figure che danno le spalle allo spettatore.
Nelle immagini dominano figure viste da dietro, volti di cui non si riesce a delineare il profilo.
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