Tra i pittori veronesi del secolo scorso, Guido Trentini (1899-1975) occupa una posizione preminente non fosse altro per la sua opera in cui si riscontrano, in tempi diversi, influssi del Secessionismo, dell'arte tradizionale veneta, del gruppo del Novecento, anche del Cubismo.
Figlio del pittore e decoratore Attilio Trentini comincia a frequentare l'Accademia Cignaroli all'età di 13 anni, avendo come maestro Alfredo Savini. Subisce poi l'influenza di Felice Casorati, in quegli anni attivo a Verona, ma riesce nonostante la personalità del maestro a elaborare una pittura originale.
Partecipa ancora giovane a numerose mostre e poi alla Biennala di Venezia, in cui sarà presente in 14 edizioni. Nel 1922 ottiene il primo premio con il quadro La lettura. Dopo la morte di Savini, nel 1924 ottieme insieme a Antonio Nardi la direzione dell'Accademia Ciganroli. E' forse questo il periodo migliore della sua carriera, in cui rigore formale e essenzialità espressiva costituiscono i cardini della sua produzione artistica.
Tra 1910 e 1930. secondo molti critici, dà il meglio di sè, mentre successivamente attraversa un periodo più ripetitivo, che negli anni Quaranta si evolverà però in nuove ricerche e nel Cubismo.
Muore nel 1975 a Verona.
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